Lunedi 22 ottobre avrà luogo la commemorazione del 43mo anniversario dell’eccidio di Querceta, dove persero la vita in un conflitto a fuoco Gianni Mussi, Armando Femiani e Giuseppe Lombardi

Alle 9 è in programma la santa messa alla chiesa di Sant’Antonio, a Viareggio. Poi, a seguire, la deposizione di una corona a Montiscendi al cippo dedicato alle vittime.

A 43 anni dalla sparatoria il ricordo, alla presenza delle istituzioni civili e militari e del questore, di quel terribile scontro a fuoco durante il quale morirono i tre agenti, martiri dello Stato, medaglia d’oro al Valore Civile, uccisi da due rapinatori, Giuseppe Federigi e Massimo Battini che, condannati all’ergastolo, in fase processuale si auto attribuirono l’appartenenza a gruppi brigatisti giusto per ottenere la declassificazione dal carcere a vita ad una condanna a 30 anni, in virtù di una legge speciale sul pentimento. La tragedia scosse la Versilia intera, ed è ancora scolpita nella memoria della collettività. Alle 6.30 della mattina del 22 ottobre 1975 le forze dell’ordine avevano iniziato una operazione di perquisizione di un fabbricato in costruzione, situato in via del Lago, che si sospettava fosse il nucleo di attività criminali. Ad accogliere gli agenti, però, una raffica mortale sparata con un mitra sten e alcuni colpi di rivoltella. Massimo Battini e Giuseppe Federigi, i due terroristi che successivamente dichiararono appartenenti a movimenti politici di lotta armata fiancheggiatori delle Brigate Rosse, erano infatti ricercati per rapine a banche ed uffici postali. I due furono condannati all’ergastolo per omicidio volontario ed oggi sono in libertà da molti anni. Grazie alla Legge Gozzini, del 1984, coloro che si sono dissociati dal terrorismo hanno ricevuto sconti nella pena e così l’ergastolo è stato sostituto prima con trent’anni di reclusione, poi via via ridotto con abbuoni e permessi fino alla libertà per i due ormai ex terroristi. Un capitolo ormai chiuso e a tratti anche lontano dai più giovani, che dimostra anche il disprezzo in quegli anni per le vite umane, in cui la violenza personale e politica si intrecciava su binari spesso mortali, a lungo tempo infatti si preferì sottacere il legame tra i due criminali e i movimenti terroristici, derubricandoli a banditi. Oggi sopravvive il ricordo degli agenti caduti anche grazie ad un loro collega, sopravvissuto dopo aver lottato per mesi tra la vita e la morte: GiovanBattista Crisci, ormai in pensione, che per anni ha lavorato al Commissariato di Polizia di Viareggio e che ha fortemente voluto creare il premio scolastico “Mussi-Lombardi-Femiano”, affinché la memoria di chi ha dato la vita per il proprio Paese rimanga alle nuove generazioni, ormai così distanti da quegli anni di piombo che si studiano a scuola come storia del passato.

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Eccidio femiano mussi lombardi polizia querceta viareggio

ultimo aggiornamento: 19-10-2018


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